Vi proponiamo la seconda parte della bellissima intervista ad Angelo Crescenzo, Campione del Mondo in carica, atleta del Gruppo Sportivo Esercito Italiano, ad oggi fra gli italiani che gara dopo gara mettono da parte preziosi punti per la scalata olimpica. Tokyo 2020 è sempre più vicina e dopo la pausa natalizia si riprendere con un calendario Premier League molto fitto. 

 

Nella prima parte, che vi invitiamo a leggere se ve la foste persa, ci aveva raccontato come si sviluppano i suoi allenamenti ed come cambia la preparazione a ridosso di una gara. In questa seconda parte affrontiamo più l'aspetto psicologico e l'approccio emotivo all'agonismo, cercando di cogliere consigli e spunti. 

Cominciamo con una domanda leggera. Il video (qui sotto riproposto) della tua finale per l'oro di Madrid ha fatto il giro del mondo. Tutti siamo rimasti colpiti dal sorriso con lo sguardo alto e fiero rivolto verso il pubblico, con il quale ti sei avvicinato al tatami, introdotto dallo speaker, seguito da Savio Loria coach. Telecamere, sguardi e luci puntati su di te che hai offerto un lungo sorriso. Cosa rappresenta? Ci sono rituali, cose che fai prima di salire sul tatami di gara? 

"Il sorriso non è un rituale ma semplicemente l’espressione del mio essere felice nell’affrontare la competizione. Anche se ormai non sono più giovanissimo, le competizioni mi rendono ancora felice come quando ero un piccolo esordiente.
Ho il mio modo di affrontare le competizioni, qualcuno lo giudica strano ma è il mio modo. Credo che ognuno debba ricercare il proprio, quindi più che parlare del 'mio' modo preferisco dire: non abbiate paura di affrontare una gara facendo ciò che vi fa stare bene, anche se questo non è convenzionale e non è compreso dagli altri. Concentratevi, chiudetevi in un angolo a cercare in voi stessi lo stato d’animo più adatto a quella specifica competizione. Oppure scherzate, ballate, ascoltate musica e divertitevi! "

Qual è la cosa del karate che ti piace di più?

"La cosa che mi affascina del Karate è di sicuro la sua complessità. Per quanto riguarda la parte agonistica, a chi ritiene che sia uno sport facile suggerisco di cambiare ancor prima di iniziare la pratica. Il karate agonistico è davvero uno sport particolare. Non è solo il modo in cui ti alleni o la quantità di ore che dedichi all'allenamento a determinare una vittoria o una sconfitta. L’esito di una competizione, per esempio, è influenzato da numerosi fattori che vanno dagli aspetti fisici (allenamenti) , a quelli psicologici (gestione delle emozioni).
Per il resto credo che sia uno sport molto completo, sicuramente uno sport che io suggerirei a qualunque adolescente tra i 5 e i 10 anni, non per la componente agonistica ma più per le capacità psicomotorie che va a sviluppare."

A parte queste considerazioni più generiche, c'è nello specifico una cosa che ti piace più delle altre? una tecnica preferita o che ti riesce meglio?

"Non ho mai avuto una tecnica prediletta. Più che specializzarmi in una tecnica preferisco impegnarmi nel fare tutto al meglio delle mie capacità migliorando ogni giorno.
Di sicuro posso dire che da piccolo sono cresciuto con il mito delle tecniche di gambe del nostro Campione del Mondo Stefano Maniscalco, che saluto, e quindi ho cercato sempre di porre tanta attenzione su queste negli allenamenti."

E invece i kata li conosci? Li hai mai studiati?

"Credo che la pratica del kata sia un ottima base propedeutica anche per chi decide di fare kumite. Ho praticato anche io kata nella prima parte di questo percorso sportivo e ne conosco qualcuno, sicuramente non tutti."

Hai altri consigli da dare ai ragazzi che vogliano praticare karate intraprendendo la carriera agonistica?

"Sarebbe scontato se io dicessi che il karate è lo sport più bello al mondo! Ai ragazzi che si avvicinano all'agonismo posso suggerire di non essere ossessionati dai risultati. Come dicevo prima, è uno sport molto complesso e non sempre si raccolgono da subito i frutti desiderati. Più che ricercare la gioia in una medaglia, cercate di ritrovarla ogni volta che indossate il karategi ed entrate in palestra perchè ogni secondo di allenamento sarà un secondo di apprendimento e di crescita per voi. Anche se è difficile, cercate di imparare dalle sconfitte e presto arriveranno anche le vittorie. Se veramente avete passione per questo sport, rincorrete i vostri sogni e vedrete che con l'impegno costante e la voglia di migliorare sempre più potrete realizzare qualunque cosa."

Come hai cominciato a fare karate? Trascinato da qualcuno o per tua scelta? a quale età?

"Ho conosciuto il karate quando avevo solo 3 anni, a praticarlo era mio fratello. il suo maestro diceva che ero troppo piccolo per iniziare anche io.
Mi divertivo a seguire i suoi allenamenti e quando tornavamo a casa, mi raccontano che addirittura lo rimproveravo sulle cose che non faceva bene!
All’eta di 5 anni ho iniziato a praticare la kick boxing e a 7 anni ho vinto il primo titolo italiano.
Successivamente, all’età di 10 anni, ho avuto la fortuna di incontrare il mio Maestro Antonio Califano e ho iniziato a praticare karate. Ricordo ancora che alla fine del mio primo allenamento si avvicinò ai miei genitori e disse “ se Angelo avrà la costanza di allenarsi e continuare, avrà un grande futuro”. 
Questa è stata la frase che mi ha legato per sempre a questo sport".

Ringraziamo anche noi il tuo Maestro per aver creduto in te come negli altri tuoi compagni che, per sue mani, sono diventati gli atleti fra i più forti nel mondo intero, orgoglio per la nostra nazione. 

 

La finale del Campionato Mondiale di Madrid 2018: Angelo Crescenzo batte il giapponese Naoto a 5 secondi dalla fine